Speravo de morì prima: la serie su Francesco Totti dal 19 marzo su Sky

Abbiamo visto in anteprima “Speravo de morì prima”, la serie su Francesco Totti, e partecipato alla conferenza stampa con gli attori e il regista e vi raccontiamo perché vederla dal 19 marzo su Sky Italia e NOW

Pietro castelletto - Speravo de Morì prima
Credit Sky Italia

 

Quando uscì l’annuncio di una serie su Francesco Totti, la notizia suscitò in chi scrive subito qualche perplessità, soprattutto alla luce dello splendido docu-film di Alex Infascelli dedicato al capitano della Roma (Mi chiamo Francesco Totti).
Su TV Tips cerchiamo sempre di essere super partes nelle recensioni sulle serie tv, e anche in questo caso sarà così, con la differenza che chi scrive, proprio come il protagonista della serie, Pietro Castellitto, è cresciuta col poster di Totti in camera, andando a vederlo allo stadio tutte le volte possibili, pur non abitando a Roma, e approfittando per questo, spesso, delle numerose trasferte al Nord.
Quindi preparatevi a leggere una recensione di Speravo de morì prima (vista in anteprima, e dopo aver partecipato alla conferenza stampa che lunedì 15 marzo si è tenuta allo Stadio Olimpico di Roma) scritta da una persona che ha profonda stima e amore per il personaggio raccontato nella serie e che tutt’oggi, nonostante sia criticato da parecchi tifosi, lo difende a spada tratta, perché l’amore che Francesco Totti ha dato alla Roma in tutti gli anni della sua carriera, in qualche modo va ripagato.
Ma questa serie, intendiamoci, non piacerà solo ai fan di Totti o della Roma, ma a tutti coloro che amano lo sport e le storie di grandi campioni.

Lo stesso Nicola Maccanico (Executive Vice President Programming Sky Italia) durante la conferenza stampa ha affermato che “la serie che nasce per andare oltre le barriere del tifo, per raccontare la storia di un uomo che va oltre la maglia che ha indossato. Il nostro primo target sono i fan e tifosi, ma l’abbiamo realizzato per raccontare una storia universale. Un atto d’amore verso il nostro Capitano”.

E Gianmarco Tognazzi (che nella serie interpreta il difficile ruolo di Luciano Spalletti) ha aggiunto che “è un atto di generosità verso i tifosi: regalare il suo privato è un gesto che solo un grandissimo campione può fare a tutto il pubblico”.
Un pubblico, ammettiamolo, diviso a metà nel corso degli ultimi anni, tra detrattori e sostenitori di Francesco.

Greta Scarano e Pietro castelletto in Speravo de morì prima
Credit Sky Italia

Greta Scarano, che interpreta perfettamente Ilary Blasi ha descritto così la sua esperienza “abbiamo tentato di raccontare un grande amore, simile a quello che Totti prova per la Roma, e la coerenza nel rimanere insieme anche in un momento difficile. Io l’ho vissuto un po’ come un dramma shakespeariano: chiedere a un uomo di andare via dal mondo che lo ha reso ciò che è mi sembra un dramma incredibile e per me è stato eccezionale farne parte”.

Speravo de morì prima – la trama della serie in onda su Sky Italia e NOW dal 19 marzo

La serie racconta ’ultimo anno e mezzo di carriera di Francesco Totti. Tra presente e passato, pubblico e privato, ripercorre seriamente, ma col tono più leggera della commedia, i diciotto mesi che vanno dal ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma al più struggente addio al pallone della storia del calcio.
Un anno e mezzo di “guerra” contro due avversari che non fanno sconti neppure a Francesco Totti: il tempo e l’allenatore. Una guerra che divide una città e la comunità calcistica. Una guerra combattuta con passione e tormento da un calciatore che non vuole e soprattutto non riesce a mettere la parola fine a una carriera da sogno, tutta vissuta indossando sempre e solo una maglia”.

Speravo de morì prima – Intervista al cast e al regista della serie

Un’epopea raccontata con epica leggerezza, un compito non da poco, come conferma il regista della serie Luca Ribuoli: “il gruppo di lavoro mi ha subito reso tranquillo: sapevo che avremmo percorso una strada con al centro una sfida che potevamo affrontare. Sentivamo sempre un grande senso di responsabilità addosso, con un peso così importante per la città. Il lavoro si è rivelato veloce e collettivo, con una squadra importante: il cast ci ha portato attori incredibili e io mi sentivo protetto dal talento che avevamo sul campo. Pietro è stato favoloso, abbiamo camminato insieme, e il risultato è quello che speravo avremmo ottenuto”.

Pietro Castellitto, figlio d’arte, criticato in partenza dai soliti ignoti del web, non aveva sicuramente un compito semplice da svolgere, ma alla fine, il risultato, è stato davvero incredibile. Pietro, classe ’91, ha già sei film alle spalle come attore e uno come regista, ed è qui alla sua prima esperienza televisiva. Un test se vogliamo, superato a pieni voti. L’interpretazione che è riuscito a dare di Totti è a dir poco sensazionale. Mimica, recitazione, inflessione e attitudine: tutto in Pietro ricorda Totti, in maniera naturale, spontanea, vera.
La sfida era creare una maschera che lo ricordasse, lo evocasse e che lo stupisse” – ha detto Pietro – “Io ho passato le domeniche della mia vita qui (indicando i seggiolini della curva alle sue spalle, ndr) ma l’ho conosciuto solo grazie a questa serie. Sono cresciuto col poster in camera, io ero piccolo e lui era già un uomo. Lo scherzo del destino: mentre giravo la serie ho ritrovato un diario che non vedevo da quindici anni. Il capitolo più lungo è quello su Totti, scritto quando avevo nove anni. Lo definisco ‘come l’inchiostro per la penna, come la camera d’aria per il pallone’, in un sillogismo che sostanzialmente termina con “il calcio non è calcio se Totti non c’è”.

Una scena di Speravo de morì prima
Credit Sky Italia

E alla domanda su cosa lo avesse stupito di Totti dopo averlo conosciuto grazie alla serie, risponde: “quando convivi con un idolo presumi di conoscerlo. Ho scoperto un Totti incredibilmente loquace, consapevole di ciò che rappresenta e del mito che è. E proprio per questo ti mette a tuo agio e si diverte con te senza crearti alcun complesso. Come attore non ho mai percepito così tanto di migliorare giorno dopo giorno”.

Un’interpretazione di grande livello quella di Pietro, che è riuscito a dare anima e ritmo a uno dei personaggi sportivi più difficili da raccontare, supportato da un cast incredibile, che vede oltre ai già citati Tognazzi e Scarano, Monica Guerritore e Giorgio Colangeli nel ruolo dei genitori di Francesco, figure chiave nella sua vita, vissuta a mille anche grazie alla famiglia solida e unita che aveva alle spalle.
Ma quello di Pietro non è certo l’unico ruolo difficile nella serie, e Gianmarco Tognazzi, che interpreta appunto l’altro ago della bilancia, Luciano Spalletti, lo sa bene: “ho cercato di trovare un filo conduttore che ho identificato nel disagio, non solo di Spalletti, ma di un gruppo, di una squadra, una società e di Totti stesso. Il disagio di gestire varie situazioni e di un rapporto interrotto anni prima, con malintesi e una serie di non detti che si sono portati dieto per anni. Ho voluto approfondire il credo calcistico di Spalletti: l’importanza del gruppo e dei singoli, e ho cercato di lavorare sui non detti. Un’esperienza straordinaria sotto il profilo lavorativo”.

Un’esperienza straordinaria anche per chi la vedrà: Speravo de morì prima è una serie leggera ma profonda, il racconto di un grande amore, di un uomo che per la sua città e la sua squadra ha dato tutto, e dei tifosi che per anni hanno supportato un Capitano su cui hanno potuto fare affidamento fino alla fine, nonostante tutto.

Nel video messaggio di ringraziamento rivolto al cast e alla crew della serie, è Totti a ringraziare, col suo fare sornione, lo sguardo furbo e il sorriso sincero: “un grazie particolare a Pietro che ha cercato di farmi uscire come sono realmente: ho scoperto cose che non conoscevo di me e del mio carattere vedendole. La serie è divertente e allo stesso tempo emozionante”. E  in uno spassoso fuorionda “programmato”, guardando in camera, aggiunge: “che famo, ‘a rifaccio?”.

Perché questo è Totti: un campione, un uomo con principi e valori morali, capace di ironizzare all’occorrenza, di essere serio quando serve. Un calciatore come pochi, capace di superarsi e mettersi in discussione, che a volte avrà anche sbagliato certo, ma come tutti gli esseri umani, e non per questo va messo alla gogna.
Totti, il Capitano, “l’ottavo Re di Roma” come il popolo l’ha ribattezzato, che in questa serie ha voluto raccontarsi e mostrarsi per quello che è: un grande uomo oltre che un immenso calciatore. 

“ E er core me s’è aperto come no sportello” – Cesare Pascarella

Tognazzi e Castellitto in Speravo de morì prima
Credit Sky Italia
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