Grand tour seriale: 15 serie scandinave da non perdere

Da anni ormai “un vento del Nord” soffia sul piccolo schermo, dai  thriller mozzafiato ai drammi (a volte adolescenziali).
In questo speciale dedicato alle serie tv scandinave più interessanti da vedere, diamo un’occhiata ai titoli contemporanei della produzione scandinava per riempirvi come sempre di consigli, non soltanto di visione!

Un’ondata di contenuti provenienti dalla Scandinavia, come le celebri serie tv danesi The Rain e The Killing, la svedese
The Bridge e la norvegese Occupied, ha invaso i nostri schermi. Questi prodotti si sono contraddistinti per la loro capacità di creare tensione e suspense, combinando intrighi con personaggi complessi e ben sviluppati.
Ma non sono solo i thriller ad aver conquistato il favore del pubblico in questi anni: anche serie tv drama e drammi adolescenziali provenienti dalla Scandinavia hanno riscosso un grande successo, grazie soprattutto a serie di punta come SKAM, che affronta temi universali come l’amore, l’amicizia e l’identità in modo autentico e realistico e che ha avuto un successo tale da contare ben sette remake in tutto il mondo.

Quelli citati sono soltanto alcuni dei titoli più famosi usciti finora e oggi siamo qui per darvi altri consigli consigli se volete guardare titoli ricercati e caratterizzati dalla tensione narrativa tipica dei contenuti d’intrattenimento scandinavi.


Scandinavian noir

Se parliamo di thriller, o Scandinavian noir, il “vento del Nord” ha portato serie caratterizzate da un linguaggio semplice e diretto, evitando metafore e figure retoriche in favore di una scrittura lineare e comprensibile. Questo stile di scrittura, combinato con le atmosfere cupe e i paesaggi desolati, ha creato intrecci oscuri e moralmente complessi, che mettono a nudo la tensione tra la superficie sociale apparentemente tranquilla e il marcio sottostante di omicidi, misoginia, misandria, violenza sessuale e razzismo. The Killing è la serie noir danese di maggior successo: segue l’ispettrice Sarah Lund mentre cerca di risolvere l’omicidio di Rosie Larsen. La serie evita gli stereotipi e si concentra sulla polizia e sulla politica che cerca di influenzare il caso, affrontando anche temi come la violenza sulle donne e la corruzione.

Tra thriller e sentimenti nei paesi del Nord: grand tour

Quello che segue è un Grand tour seriale tra i freddi paesi del Nord (Islanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia!), un tour sentimentale o misterioso che vi mostrerà come i paesi scandinavi stanno dando un senso contemporaneo a storie thriller e crime e ai profondi moti dell’animo.

Islanda, la magia di una terra lontana

L’Islanda è un mondo a sé stante, lontano da tutto e tutti, silenzioso, incontaminato, freddo e quasi sfuggente nel suo essere così distante. Un paese di incredibile bellezza naturale, con paesaggi magici e lunari che sembrano usciti da un romanzo di fantascienza.
Ma l’Islanda non è solo il set perfetto per le troupe di tutto il mondo, è anche la patria di molte opere originali, come Beautiful Beings, un film recentemente candidato al premio Oscar come miglior pellicola internazionale. Il film segue un gruppo di ragazzi violenti che diventano amici di una vittima di abusi, in un viaggio oscuro ma allo stesso tempo speranzoso attraverso l’adolescenza. La bellezza estetica della pellicola rende l’esperienza ancora più potente.
In Islanda, la natura e la cultura si fondono per creare un ambiente unico che traspare in modo potente nelle produzioni locali.

Katla

La serie televisiva Katla è ambientata nei pressi dell’omonimo vulcano islandese, famoso per la sua ultima eruzione del 1918 che produsse cinque volte più cenere rispetto a quella dell’Eyjafjallajökull del 2010, che molti di noi ricorderanno per aver tenuto a terra i voli di mezza Europa quasi una settimana.
La trama segue gli abitanti della città di Vík, rimasti dopo un anno di eruzione e cenere, che si trovano ad affrontare misteriose persone cosparse di cenere, tra cui una donna di cui si erano perse le tracce vent’anni prima e che non sembra per nulla invecchiata. La scoperta di un meteorite sepolto sul ghiacciaio e il dolore emotivo di un vulcanologo per la morte del figlio, uniti alla comparsa di queste “persone di cenere”, costringeranno gli abitanti di Vík ad affrontare il proprio passato non risolto.

© Courtesy of Netflix

Katla è la prima serie islandese di Netflix, creata da Sigurjón Kjartansson e Baltasar Kormákur, con evidenti riferimenti al DNA di Dark. La piccola città dove si svolge la vicenda è avvolta in un’atmosfera soprannaturale e misteriosa, tipica del neo-noir, che utilizza come punto di partenza il folklore e le catastrofi naturali. Il mistero intorno alla storia è intrigante e stimolante. Tuttavia, può essere difficile empatizzare con i personaggi che all’inizio sembrano confusi e privi di una vera tensione.
Katla è una serie lenta, enigmatica e dalle tinte cupe che racchiude un mistero affascinante sulla sofferenza amorosa.
Non ha bisogno di scene esplicite per far emergere la crudezza e la durezza dell’argomento trattato. Nonostante una partenza incerta, la serie guadagna intensità psicologica una volta entrata nel vivo della trama.

I delitti di Valhalla

Questo crime islandese inizia con due omicidi apparentemente non correlati, entrambi commessi con evidenti segni di mutilazione che suggeriscono l’opera dello stesso  assassino. La poliziotta Kata viene incaricata del caso, e un esperto, Arnar, viene chiamato dalla Norvegia. L’indagine li porta al Valhalla Boys’ Home, un ex istituto per ragazzi problematici in una remota zona del paese, dove viene ritrovato un altro corpo.
Diventa evidente che qualcuno sta mirando a coloro che hanno lavorato a Valhalla; scoprire chi e perché lo fa, richiederà una lunga indagine che metterà in luce vecchi segreti che personalità potenti preferirebbero rimanessero sepolti. La trama della serie si ispira liberamente a un evento realmente accaduto in Islanda alla fine degli anni ’40, quando un istituto statale simile ospitava ragazzi violentati e maltrattati dallo staff.

The Valhalla Murders è un thriller islandese che potrebbe far rabbrividire tanto da nascondersi sotto la coperta. Nonostante la trama già vista, la serie è avvincente grazie al contrasto tra la ruvidezza e la brillantezza degli interni ed esterni, oltre che alle performance degli attori stessi, che creano un’atmosfera di una cupezza che quasi incanta. Ciò che tiene lo spettatore incollato allo schermo, con la stessa forza del mistero, è l’attenzione dedicata ai personaggi minori, curati nei minimi dettagli e altrettanto importanti della trama principale.
Thordur Palsson, il creatore della serie, ha saputo come accendere una miccia per una lenta combustione narrativa.

Svezia, rapporti umani mica tanto freddi

Nel febbraio del 1972 un gruppo di politici svedesi si riunì per definire una nuova idea per il futuro. Motivati dalla forte necessità di sfidare le tradizionali strutture sociali, delineano un nuovo obiettivo per creare “una società di individui autonomi”. Fu scritto un manifesto in cui si concluse che nessun “cittadino dovrebbe essere dipendente da un altro”.
Tuttavia, oggi, quarant’anni dopo, la Svezia è considerata la regione più solitaria del mondo. La Svezia statisticamente ha il più alto numero di persone che muoiono in solitudine e guida la classifica per le famiglie monoparentali con il 47% delle persone che vivono da sole (la Norvegia segue a breve distanza con il 42% e la Danimarca terza con il 41%).

Gli svedesi hanno una visione molto peculiare dei rapporti umani e sentimentali, che unisce una grande libertà sessuale a una contrastante freddezza. Le serie prodotte in Svezia mostrano in diversi modi questo ossimoro.

Love & Anarchy

Love & Anarchy è una dramedy che gioca sull’ironia e sui toni della commedia – nella prima stagione – per sdrammatizzare temi delicati come il suicidio, la depressione e le fragilità mentali.  Ambientata in  una moderna casa editrice di Stoccolma, racconta la storia di Sofie e Max, quarant’anni lei, venti lui,  e del loro iniziale flirt tra le pareti dell’ufficio, un flirt che li porterà verso un rapporto adulto e doloroso, pieno di incrinature e altrettante gioie.
L’ambientazione e la loro relazione, sono indubbiamente gli elementi più accattivanti di una serie sottovalutata e poco mainstream, che intrattiene piacevolmente, facendo ridere e commuovere in più di un’occasione.

© Courtesy of Netflix

Love & Anarchy è una serie sulle scelte: sia Sofie che Max sono mossi dalla necessità di trovare qualcuno col quale poter aprire il vaso di Pandora e condividere  le proprie paure. La serie,  contemporaneamente, fa  emergere anche una varietà di questioni sociali affrontate spesso in modo leggero e ironico nella serie, tra cui il sessismo, le differenze di genere, la sessualità, la questione LGBTQ e la salute mentale. Un cult drama che rivela le tensioni sottese alla composta facciata della cultura svedese. Una commedia divertente, triste, erotica e trasgressiva, con un approccio irriverente, molto svedese, al sesso, che sa evitare i cliché del genere. Finché gli scherzi finiscono per sfuggire di mano, portando gli ultimi episodi a un’improvvisa rivelazione.
Da non perdere, se vi piace il genere, la norvegese Natale con uno sconosciuto: in questo caso, il titolo è fuorviante e non le rende giustizia, vi assicuriamo che come Love & Anarchy, questa serie sulle relazioni amorose contemporanee, nasconde molto molto di più.

Gli ansiosi

La serie Netflix Anxious People è tratta dall’omonimo romanzo di Fredrik Backman, molto amato dal pubblico.
Gli autori della serie hanno realizzato una sceneggiatura coinvolgente che funziona perfettamente sul piano emotivo. Tutti i personaggi vengono rappresentati attraverso uno sguardo empatico e le loro ansie portano spesso a situazioni umoristiche, ma la sceneggiatura si assicura di non prendere in giro i loro aspetti sensibili solo per il gusto della commedia.

© Courtesy of Netflix

Anxious People è un adattamento abbastanza fedele del libro originale di Backman, ma con alcune modifiche essenziali, scritte da Camilla Ahlgren, che aiutano la trama ad adattarsi al media televisivo. Il tema principale sia del libro che della serie è l’importanza di trattare tutte le persone con gentilezza e comprensione, indipendentemente dal loro status sociale.
La serie, tuttavia, si concentra maggiormente su questo aspetto, a discapito della storyline letteraria che si sviluppa anche intorno al crollo finanziario degli anni ‘2000 e alla partecipazione delle istituzioni aziendali a una struttura di prestiti predatoria che ha rovinato la vita a molte persone.
Anxious People, nonostante la premessa tragica, è un’opera divertente, una serie Netflix che sorprende per la sua semplicità e al contempo per la sua originalità. La trama sembra incentrarsi su una presa di ostaggi in seguito a una rapina in banca, ma è caratterizzata da particolare intelligenza e poesia, tipiche della cultura svedese. La serie riesce davvero a mantenere un equilibrio perfetto tra il comico e il tragico.

Consigli di lettura: Fredrik Backman

Frederik Backman è un autore, blogger e colonnista svedese, classe 1981. La sua scrittura è caratterizzata dalla creazione di personaggi bizzarri e unici che fanno capire come ognuno stia combattendo la sua battaglia e come non si possa mai conoscere la sua vera storia finché non la si conosce a fondo, come ne Gli Ansiosi, appunto. Il suo stile abbonda di figure retoriche, con particolare ossessione per la personificazione, le metafore, le similitudini e le immagini.
Utilizza le parole in modo tale da non raccontare ai suoi lettori, ma piuttosto da mostrar loro l’immagine che si è creata nella sua mente.
Fun Fact: un altro suo romanzo, Cose che mio figlio deve sapere sul mondo (2012), si basa sulle sue esperienze come genitore e viene definito una “guida disfunzionale alla genitorialità“.
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Il giovane Wallander

Kurt Wallander è il protagonista di numerosi romanzi thriller/mystery scritti dallo scrittore svedese Henning Mankell. Come ispettore della polizia svedese, Wallander è un personaggio esistenzialista che cerca continuamente un senso nella vita e nei suoi compiti quotidiani e che considera gli atti di violenza qualcosa di anormale. Nei racconti il suo lavoro si intreccia spesso con la sua vita privata, portandolo a rapporti difficili con chi lo circonda, compresa la figlia Linda.
Young Wallander è una serie televisiva moderna ed edgy che segue le prime indagini del detective Kurt Wallander, iconico personaggio di Mankell. La storia si concentra sulle esperienze formative, professionali e personali, affrontate da Kurt appena uscito dalla scuola di polizia, quando ha poco più di vent’anni. Il personaggio di Wallander viene qui riportato alla giovane età, come un agente di polizia alle prime armi che vive in un’area problematica della città di Ystad e che assiste a un crimine d’odio proprio davanti casa sua.
La serie che segue lo schema dei procedural britannici, con una trama ben strutturata e senza perdere tempo nella descrizione dei dettagli. Nonostante la mancanza di approfondimenti sulla psicologia del personaggio principale, gli attori interpretano bene i propri ruoli e Adam Palsson riesce a essere coinvolgente come Wallander.

Snabba Cash

Snabba Cash è una serie televisiva che segue le vicende della malavita di Stoccolma e della difficile convivenza tra le gang dei sobborghi e l’imprenditoria delle startup, entrambe alla ricerca di potere e denaro facile. La protagonista Leya, giovane imprenditrice single in cerca di finanziatori per la sua startup, si ritrova costretta a chiedere un prestito al cognato, uno dei principali spacciatori della città, per entrare nelle grazie del magnate Thomas Storm. Tuttavia, questo favore le costerà molto caro, e finirà invischiata in una pericolosa rete di alleanze e intrecci tra i due mondi spietati. La serie, con crudezza e realismo, analizza anche la difficile gestione dell’immigrazione, che negli ultimi trent’anni ha creato non pochi problemi di ordine pubblico in Svezia. La sceneggiatura è stata affidata allo stesso autore dei romanzi da cui è tratta la serie, Jens Lapidus, in collaborazione con Oskar Soderlund.

© Courtesy of Netflix

Snabba Cash è una serie coinvolgente, con una trama ben definita e personaggi interessanti. Una volta che si stabiliscono gli enigmi e si comprende il dilemma in cui si trova Leya, personaggio femminile forte e deciso,  diventa davvero coinvolgente. La serie, che è il reboot di una saga di film svedesi, segue diversi personaggi che cercano di raggiungere il successo economico. Tuttavia, ciò che rende la serie interessante è la storia di Leya e la performance intensa di Evin Ahmad.

Quicksand

Quicksand si apre con una scena drammatica e sconvolgente di una sparatoria avvenuta in una scuola superiore a Djursholm. Maja Norberg, diciottenne, viene arrestata e sospettata di essere l’autrice dell’omicidio. Nonostante abbia ammesso di aver ucciso qualcuno, nega di aver commesso il crimine. Il processo non verte tanto sulla colpevolezza della ragazza, ma sul motivo per cui l’omicidio sia stato commesso. Come nel romanzo scritto da Malin Persson Giolito e uscito nel 2016, la storia è raccontata dal punto di vista della protagonista, con eventi che si alternano tra presente e passato, mostrando i ricordi che hanno portato alla sparatoria. La serie, composta da sei episodi, cerca di rispondere alla domanda principale riguardo il grado di complicità di Maja: come unica studentessa rimasta viva dopo la sparatoria, ha cospirato con il suo fidanzato che ha pianificato l’attacco o è stata solo una spettatrice innocente? Benché la storia non sia basata su un evento reale, è stata scritta per riflettere le vere disuguaglianze di classe che la sua autrice ha vissuto nella società occidentale.

La serie è buona sotto molti punti di vista e adatta al binge watching. Inoltre, offre uno sguardo interessante sul funzionamento del sistema giudiziario e penale svedese.
Nel complesso, è stato un lavoro brillante: i personaggi sono forti, la storia e i messaggi sono profondi, e le interpretazioni sono di buon livello. Proprio come il personaggio di Maja affonda nella sabbia mobile durante il suo viaggio attraverso la storia, lo spettatore si ritroverà ad affondare nella sua storia.

Clark

Una serie televisiva che segue la vita del criminale Clark Olofsson, interpretato magistralmente da Bill Skarsgård.
Un uomo che ha ispirato la creazione del termine “Sindrome di Stoccolma” poiché ha fatto perdere la testa a tutto il paese, nonostante le numerose condanne per traffico di droga, tentato omicidio, violenza, furti e rapine in banca.

© Courtesy of Netflix

Diretta da Jonas Åkerlund, la serie si basa su fatti realmente accaduti e alcune menzogne riportate nell’autobiografia di Clark Olofsson, creando una versione romanzata di una delle figure più controverse della storia svedese contemporanea. La serie si muove a ritmo frenetico, tra evasioni di prigione, storie d’amore e rapine più di quante se ne possano contare, mentre Clark affascina chi gli sta intorno, rendendo tutti gli altri personaggi secondari nel suo percorso criminale. Come un attore che fa carriera nel cinema, passando da un lavoro all’altro, diventa una celebrità, ossessionato com’è dalla paura di perdere rilevanza.
La storia è un lungo inseguimento, a volte caotico e confuso, che non concede pause e tiene sempre alta la tensione.
Nonostante la narrazione si concentri sulla crescita del protagonista, un gangster egocentrico e dallo stile di vita pericoloso e crudo, presenta anche altri aspetti interessanti.

Califfato

Agent Fatima riceve una soffiata che un atto terroristico è in programma in Svezia. Allo stesso tempo, l’adolescente Sulle posa gli occhi sul suo assistente studentesco che le apre le porte verso un nuovo affascinante mondo. La storia si basa sul caso reale del Bethnal Green trio, in cui tre ragazze adolescenti di Londra incontrarono reclutatori jihadisti nella loro scuola nel febbraio del 2015. L’adattamento televisivo segue diversi personaggi tra cui Fatima – un’agente del servizio di sicurezza svedese, Pervin – una giovane svedese attratta in Siria e Sulle – un’adolescente dal carattere deciso adescata dallo Stato Islamico. La trama esplora e ruota attorno a temi come l’estremismo islamico, il terrorismo, le tensioni all’interno dell’Islam e tra i musulmani, i diritti delle donne e i diritti umani.


Danimarca e Norvegia, meno titoli ma non meno qualità

La Norvegia ha prodotto negli anni SKAM, un teen drama di grande successo che ha infranto gli schemi, anche a livello internazionale, ottenendo un grande successo nazionale e globale. La televisione norvegese è sempre stata prodotta principalmente per il pubblico nazionale, con eventuali aspirazioni internazionali limitate ai paesi vicini. Per questo SKAM è stata un evento inaspettato e quasi incredibile.
La televisione danese ha visto l’ascesa di una serie di programmi drammatici di grande successo a partire dagli anni ’70, tra cui la celebre serie Matador. Negli anni successivi, molti altri programmi venivano pubblicizzati come “il nuovo Matador”, ma spesso non riuscivano a soddisfare le aspettative del pubblico.
A partire dalla fine degli anni ’90, la televisione danese ha conosciuto una nuova stagione di successi con numerose serie drammatiche che hanno ottenuto un grande consenso di pubblico e una lunga serie di premi internazionali.
Nel 2014 l’Università di Aarhus ha avviato un progetto di ricerca per indagare su ciò che rende le serie tv danesi così apprezzate a livello internazionale.

Ragnarock

Ragnarok è una serie televisiva norvegese di genere fantasy, che reimmagina la mitologia norrena. La trama è ambientata nella fittizia città norvegese di Edda, alle prese con i problemi legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento industriale, causati dalle fabbriche della famiglia Jutul. Ma i Jutul sono in realtà quattro Jötunn, esseri soprannaturali che si fingono una famiglia. Il protagonista è Magne, un ragazzo adolescente che scopre di essere la reincarnazione di Thor, il dio norreno del tuono. Magne inizia a combattere contro chi sta distruggendo la città dopo che un suo amico muore in circostanze misteriose. Nella seconda stagione, Magne è affiancato da altri personaggi che incarnano altri dei norreni. La serie è caratterizzata da alcuni aspetti più adolescenziali che la rendono accessibile ai giovani spettatori.
Adam Price, già creatore dell’acclamata Borgen, ha saputo immaginare con grande vivacità una narrazione fantasy con un realismo sociale adeguato. Anche se la serie tv Ragnarok, che reinterpreta in modo intelligente la mitologia norrena, fatica a mantenere una certa coerenza di tono, la trama funziona bene in abbinamento al genere young adult, nonostante un finale non del tutto convincente. In sintesi, la serie di sole 6 puntate è un’opzione facile per i fan delle storie soprannaturali per adolescenti, ma non si deve attendere un intreccio narrativo complesso né una rielaborazione particolarmente originale della mitologia norrena.

Borgen

Borgen è la serie drammatica danese che segue la vita intricata e complicata dei politici, degli spin doctor e dei giornalisti che si nutrono dei loro successi e fallimenti nel “Borgen” (il castello), il soprannome del parlamento danese. La serie racconta come Birgitte Nyborg Christensen, una politica centrista di scarsa importanza, diventa contro ogni previsione la prima donna a diventare primo ministro della Danimarca. Nel primo episodio, il paese si prepara per le elezioni parlamentari e Birgitte Nyborg, affrontando la sua prima elezione come leader del partito, decide all’ultimo momento di seguire la sua strada.
La trama è ben costruita, con molte sottotrame che si intrecciano con la politica, il giornalismo e i rapporti pubblici, mantenendo sempre un giusto equilibrio tra sorprese e suspense.
Borgen è una serie che affascina per la sua complessità e la sua capacità di affrontare temi importanti come la politica, il genere, il cambiamento e soprattutto il potere.

© Courtesy of Netflix

Finlandia, da tenere d’occhio


La Finlandia ha risposto all’aumento della domanda di contenuti con oltre 30 nuove serie che saranno rilasciate quest’anno, molte delle quali prodotte da donne. Tra le serie più attese di quest’anno ci sono Estonia, realizzata in collaborazione con i creatori di Chernobyl e Bordertown, e Dance Brothers, prodotta da YLE e Netflix, una moderna storia di due fratelli che fondano una compagnia di danza.

Deadwind

Deadwind (Karppi in finlandese) è una serie televisiva nordica noir diretta e creata da Rike Jokela, con Pihla Viitala, Lauri Tilkanen, Jani Volanen e Tommi Korpela.
La prima stagione introduce la detective Sofia Karppi, che, a pochi mesi dalla perdita del marito, deve indagare sull’omicidio di Anna Bergdahl. Karppi, visibilmente in lutto, si dedica al lavoro, quasi trascurando i suoi due figli.
Come altri titoli del genere nordic noir, Deadwind ha come protagonista una donna forte. Sofia è una poliziotta testarda, con un’ossessione per i casi che indaga (indossa anche grossi maglioni di lana, come la celebre detective Lund in The Killing).
Deadwind è una serie thriller dal ritmo lento, ma ben scritta, che prende il suo tempo per sviluppare i personaggi.
La serie dà una certa soddisfazione nel vedere i protagonisti riuscire infine con intelligenza a portare ordine in un mondo caotico, un caso alla volta. Vale la pena di guardarlo, anche se ha alcuni momenti poco credibili, ma nel complesso, è una serie ben fatta.

Bordertown

Bordertown è una serie televisiva finlandese di genere noir nordico che segue la vita del detective ispettore Kari Sorjonen interpretato da Ville Virtanen. Sorjonen, insieme alla sua famiglia, si trasferisce in una città isolata vicino al confine russo per una vita più tranquilla, ma si ritrova a investigare su un gran numero di casi. La serie si distingue per la performance magistrale del protagonista, che presenta le classiche caratteristiche del detective brillante ed eccentrico alla Sherlock Holmes. Tuttavia, a differenza di altre serie che giocano sul lato comico di queste abilità, in Bordertown si evidenzia l’abilità del personaggio che si dimostra semplicemente estremamente capace. La serie segue inoltre il tema della vita privata dei personaggi principali, con particolare attenzione alle loro relazioni familiari.
Bordertown ha ricevuto critiche positive, alcune l’hanno definita una delle migliori espressioni del nordic noir attuale.
A differenza di altri titoli la violenza e le trasgressioni sono presentate con moderazione, ma senza rinunciare alla tensione e all’azione. La serie riesce a coniugare con successo la tradizione del procedural con un formato drammatico più esteso e ricco di sviluppi.

I gran tour seriali di TV Tips

Siamo giunti alla fine di questo Grand Tour Seriale, ora sta a voi decidere dove andare prima, quale di questi freddi ma meravigliosi Paesi catturerà prima il vostro interesse.

Se non vi basta, abbiamo già fatto anche un bel giro seriale in Irlanda, lo trovate qui.

Derry Girls
© Ph: courtesy of Netflix

 

 

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