Suburbia Killer: la nuova miniserie spagnola Netflix che vi terrà incollati allo schermo

Dal 30 aprile su Netflix, Suburbia Killer, thriller spagnolo ricco di colpi di scena e azione. Un puzzle dall’incastro perfetto.
Abbiamo visto la serie in anteprima e vi raccontiamo perché vederla (senza spoiler).

Ph: courtesy of Netflix

 

Suburbia Killer è l’adattamento del romanzo The Innocent dello scrittore statunitense Harlan Coben, da qui il titolo originale spagnolo della serie, El Inocente. La sceneggiatura è stata firmata da Guillem Clua, Jordi Vallejo e Oriol Paulo, quest’ultimo anche regista degli episodi.
La serie è composta da 8 episodi da un’ora di circa, ma la durata non deve assolutamente spaventarvi: le puntate volano via in un batter di ciglia, e al termine di ognuna, grazie al montaggio ben riuscito e ai cliffhanger ben distribuiti, la voglia di vedere la successiva sarà fortissima.

Ph: courtesy of Netflix

Di cosa parla Suburbia Killer

Cercando di sedare una rissa, Mateo Vidal (Mario Casas) si ritrova in carcere accusato di omicidio. Dopo nove anni tenta di rifarsi una vita grazie all’aiuto del fratello e sposa Olivia (Aura Garrido), conosciuta qualche anno prima e rincontrata per caso una volta fuori dal carcere. Durante un viaggio di lavoro di sua moglie, Mat riceve strani messaggi dal suo cellulare che innescano una serie di misteri e nodi complicati da sciogliere. Nella corsa frenetica per scoprire la verità, l’innocenza di Mat viene rimessa in discussione dall’ispettrice di polizia Lorena (Alexandra Jimérez) che indaga su un caso di suicidio e altri eventi correlati che danno vita a una caccia all’uomo senza sosta, tra colpi di scena e rivelazioni inimmaginabili.
In ogni puntata entrano in scena diversi personaggi a complicare la vicenda, tra night club, omicidi e crimini efferati.

Ph: courtesy of Netflix

Perché vedere Suburbia Killer

Abbiamo visto la miniserie spagnola in anteprima e siamo rimasti incollati allo schermo nel corso di tutti e otto gli episodi. Suburbia Killer è un crime drama avvincente che svolge egregiamente il suo dovere: intrattenere e divertire.
Un gioco di incastri, un thriller perfettamente riuscito: tutte le storyline si incrociano in maniera funzionale e convincente, senza buchi narrativi, in maniera fluida e piacevole alla visione.
Regia e montaggio sono orchestrati ad arte per creare continuamente hype nello spettatore, e i colpi di scena, ben diluiti, creano pathos intorno al plot narrativo, come nei migliori romanzi thriller. Solida ed efficace e con un cast convincente, la serie funziona anche dal punto di vista di dialoghi e sceneggiatura sebbene “l’effetto Casa di Carta” (un costante rilancio al colpo di scena che rischia di essere più esagerato e improbabile) sia sempre dietro l’angolo.
Suburbia Killer conduce lo spettatore nei meandri della malavita iberica, tra Barcellona e Marbella, tra strip club, luci al neon e violenze e soprusi di un mondo torbido e pericoloso, oggetto di diversi film e serie tv. Racconta in maniera cruda e per nulla delicata, l’orrore che avviene dietro al palco su cui le ballerine si esibiscono, e non risparmia lo spettatore di immagini forti e violente, scavando nel profondo dell’animo umano, raccontando cosa si può arrivare a fare per nascondere un passato scottante o verità che potrebbero distruggere vite intere.
La carta vincente della serie è senza dubbio lo stile narrativo, che mostra i molteplici punti di vista dei fatti a cui assistiamo, dalla prospettiva dei diversi personaggi.
Un puzzle dall’incastro perfetto, una serie breve ma intensa, indubbiamente da non perdere.

Ph: courtesy of Netflix
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