Normal People su RaiPlay: storia, regia e colonna sonora vincenti

“Where are we? What the hell is going on? The dust has only just begun to form, crop circles in the carpet, sinking, feeling, spin me around again and rub my eyes. This can’t be happening, when busy streets a mess with people would stop to hold their heads heavy”
Imogen Heap


Torniamo a parlare di serie tv e soundtrack in occasione dell’uscita di Normal People, (nel 202o sulla piattaforma STARZPLAY), dal 19 maggio 2023 gratis su RaiPlay.
Quando nel 2018 uscì il romanzo Normal People, il secondo scritto da Sally Rooney dopo Conversation with Friends, in molti avrebbero scommesso che sarebbe diventato una serie tv.
Il libro, best seller tra i millenials e non solo, aveva tutte le carte in regola per diventare un prodotto televisivo, per la storia d’amore al centro della trama, per i due protagonisti egregiamente scritti, e per tutto il contorno, dalle ambientazioni alle riflessioni sull’amore moderno.
Normal People è così diventata una serie tv prodotta da Element Pictures per BBC Three e Hulu in collaborazione con Screen Ireland, scritta dalla stessa Rooney con Alice Birch, e diretta da Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald.

Prima di parlare della trama della serie e prima dei nostri commenti, è doveroso sottolineare da subito che uno degli elementi distintivi di Normal People è senza dubbio la colonna sonora (disponibile in versione completa su Spotify)
Elliott Smith, Nick Drake, London Grammar, Imogen Heap: le sonorità di Normal People sono quelle tanto amato dai millenials, tra emo rock e brani indie.
Canzoni introspettive, melodiche, romantiche che fanno da cornice alla storia d’amore che lega i due protagonisti, in maniera indissolubile, per diversi anni. 

Al centro della trama, c’è la storia di amicizia e amore tra Marianne e Connell durante gli anni del liceo e quelli successivi del college, tra tira e molla infiniti e incomprensioni e diversità sociali che complicano la loro relazione dal primo all’ultimo minuto.
Marianne e Connell sono due personaggi estremamente diversi ma al contempo simili sotto molti aspetti: nonostante lei sia ricca, intelligente e timida, è quella “strana” a scuola, mentre lui è brillante e popolare, seppur molto insicuro.
Nei primi anni vivono a Sligo (Irlanda), lei con la madre e il fratello, Connell solo con la madre, che è la collaboratrice domestica della famiglia di Marianne, dettaglio che complica da subito la loro relazione.

Durante l’università i ruoli però si invertono: Marianne diventa popolare, si circonda di amici e fidanzati, mentre Connell rimane un po’ nell’ombra, tra difficoltà economiche e borse di studio da rincorrere.
Negli anni, i due si prendono e si lasciano diverse volte, nascondendo la loro relazione agli occhi indiscreti degli altri, un po’ per proteggerla e un po’ per vergogna, condividono momenti di grande sintonia ad altri di doloroso distacco, in un’altalena di emozioni a tratti romantica, a tratti disturbante.
Si amano, si lasciano, si inseguono, spesso tacciono: Connell e Marianne sono in grado di parlare di argomenti filosofici per ore, ma non non sono capaci di definire una volta per tutte la loro relazione, tra sbagli piccoli e grandi che siano, che il più delle volte li allontanano per gettarli nel dolore e nella nostalgia.

Nella serie, a prestare il volto ai due protagonisti principali, Marianne e Connell, sono Daisy Edgar-Jones (War of the Worlds) e Paul Mescal, attore attivo nel teatro irlandese oggi alla ribalta grazie allo splendido film Aftersun (qui trovate l’intervista a loro e al regista e ai produttori).
Normal People racconta con incredibile profondità le fragilità e le insicurezze delle nuove generazioni, con un linguaggio curato nei minimi dettagli, che spesso lascia spazio al silenzio.
Un ritratto sociale intimo, attuale e incredibilmente familiare per molti, affidato a una regia incredibilmente realistica e a una sceneggiatura ricca di dialoghi ben scritti e di ottimo livello (qui si nota la mano della Rooney).
Marianne e Connell, nel loro percorso di crescita sono al centro del racconto, in una serie totalmente character driven, dove la regia e la fotografia sanno cogliere in maniera precisa la complessità delle emozioni e degli stati d’animo dei protagonisti,  con scene emotivamente complesse e momenti che colpiscono direttamente al cuore.

La musica gioca quindi un ruolo fondamentale e alcune scene sono accompagnate da canzoni incredibilmente calzanti che sanno rispecchiare lo stato d’animo dei protagonisti.
Caribou, Billy Ocean e Anna Calvi sono altri artisti presenti nella colonna serie della serie. V
oci graffianti, voci delicate, voci incredibili che spesso riempiono i silenzi di Marianne e Connell: ogni canzone arricchisce le sequenze della serie di ulteriore emozionalità.

Spirito di sopravvivenza, autodistruzione, senso di inadeguatezza: sono sentimenti che molti di noi conoscono, con cui hanno avuto a che fare in passato, con cui forse ancora combattono.
E sono i sentimenti che guidano Connell e Marianne in tutte le loro scelte e nei loro errori: due anime fragili, che insieme cercano di diventare adulti, che insieme falliscono ma che insieme riescono a ritagliarsi un mondo in cui rifugiarsi.
Normal People vi aspetta su StarzPlay con 12 episodi da 30 minuti circa.

Dal 19 maggio 2023 la serie tv è disponibile gratuitamente su RaiPlay. Sulla piattaforma trovate anche la seconda serie tv tratta da un romanzo di Sally Rooney, Conversations with Friends, di cui abbiamo parlato a lungo in questo approfondimento .

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Perché le serie tv ci piacciono tanto e come trovarne altre

Diciamoci la verità: non è sempre facile vivere nell’era dello streaming. È difficile scegliere cosa guardare tra le proposte che le diverse piattaforme mettono a disposizione. È solo intrattenimento finché una storia non ci coinvolge, o non diventa l’argomento di conversazione con amici e colleghi (e bisogna stare al passo!), o non ci si apre una porta su un mondo nuovo che non conoscevamo e che cattura tutto il nostro interesse.

Netflix, Amazon Prime, Disney+ e le altre fanno di tutto per attirarci verso la loro offerta di cultura, dalle campagne più fantasiose agli algoritmi più sofisticati. Ma per quanto hanno dimostrato più volte di saper produrre grande qualità, i loro e i nostri interessi sono in contrasto. Perché a decidere cosa veramente risuonerà con i nostri interessi e le nostre passioni, sarà un mix di consigli, critiche, informazioni, ricordi, musica, storie, … che sono la materia di cui è fatta la nostra cultura.

Possiamo veramente dire che quello che ci piace è il risultato di un algoritmo di raccomandazione?

Quando cerchiamo qualcosa da guardare non stiamo cercando un risultato, stiamo cercando il prossimo sentiero nella mappa delle storie che ci piacciono. Questa mappa può evolvere nel tempo per mille motivi. Spesso è solo una questione di un attimo di empatia, riconosciamo magari una debolezza o una difficoltà in una o un protagonista di una serie e capiamo che quella storia racconta anche di noi e per noi.

È l’esempio delle Flaky Girls, un tema centrale nella narrazione culturale di oggi che cerca di capire cosa sta succedendo alle donne moderne in un mondo che le vede protagoniste e osteggiate insieme, una trappola che si avvantaggia delle loro stesse debolezze. Insieme alla letteratura (e spesso traendo dalla stessa) le serie tv sono un elemento fondamentale della cultura pop che si sta confrontando con questi temi, e in qualche modo stanno costruendo una storia di serie condivisa col pubblico. La narrazione stessa evolve così con le idee che rimangono impigliate nella rete della cultura pop (le donne per esempio reagiscono e nascono le storie delle Fierce Girls).

Saper trovare percorsi nel marasma di contenuti dedicati al nostro intrattenimento non è facile. Soprattutto quando il tempo è limitato e la qualità diventa la priorità per scegliere cosa guardare. Il nostro tempo è importante, le nostre emozioni forse anche di più, e così quello a cui vogliamo pensare, vogliamo sapere e di cui vogliamo parlare.

Lo streaming sta invadendo come il flusso che è il nostro tempo e la nostra attenzione, è più aggressivo dei libri e della musica per esempio. C’è bisogno di qualcosa di nuovo di cui fidarsi, che non sia solo un altro risultato, ma un punto di partenza.

TV Tips è nato per questo: scaricando l’App gratuita per iOS e Android potrete costruire la vostra watchlist, partendo dalle serie che amate. Nel magazine troverete consigli e storie di serie, le nuove uscite, le serie da recuperare, e poi musica, libri, viaggi, … Un algoritmo vi aiuterà nel percorso, ma potrete cambiarlo in ogni momento, oppure sottoporgli due serie da far incontrare nel gioco Match, per scoprire la prossima da guardare. E infine usare playlist e tag MOOD per sapere sempre cosa guardare in base al vostro stato d’animo.

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The Fall: Jamie Dornan e Gillian Anderson in un thriller mozzafiato

The Fall, serie tv con Jamie Dornan e Gillian Anderson del 2013, nuovamente disponibile su Netflix con le tre stagioni.
Ecco perché recuperarla se ve la foste persa alla sua prima messa in onda.

The Fall su Netflix
Ph: courtesy of Netflix

“Esistono mondi visibili
e mondi invisibili:
è per questo che le persone soffrono”.

 

La trama di The Fall

The Fall è un thriller ambientato nell’Irlanda del Nord, in una Blefast buia, piovosi e oscura, teatro di una serie di enigmatici e misteriosi omicidi che vanno sotto il nome di “Caso Musicman”. Quando la polizia locale non riesce a fare passi avanti sul caso, decide di chiedere un aiuto in più alla Metropolitan Police, che manda a supporto la sovrintendente Stella Gibson (Gillian Anderson, X- Files, Hannibal, Sex Education) una donna  ermetica e ossessionata dal controllo.
Stella intuisce da subito di trovarsi di fronte a un solo criminale  e che gli omicidi sono tutti collegati dal movente della misoginia: le vittime sono sempre bellissime donne single e in carriera.
La serie è disponibile su Netflix con le tre stagioni complete.

Il personaggio di Jamie Dornan in The Fall

Lasciare il segno. Attirare l’attenzione. Essere notato. Inscenare un incredibile spettacolo. Confondere immaginazione e realtà.
Paul Spector (interpretato da uno strepitoso Jamie Dornan) ha un buco nero profondo e incolmabile in mezzo al cuore.
Le sue perversioni, sessuali e voyeuristiche, alimentano inevitabilmente la sua solitudine, radicata da anni dentro di lui.
Ha un passato da dimenticare, violento, traumatico e doloroso. Sa che deve a lasciarselo alle spalle, ma non è facile riuscirci e Paul non vuole chiedere aiuto. È autodistruttivo come pochi.
Sfida se stesso, si mette alla prova, cerca di “essere normale” e tenta addirittura di vivere la routine, calandosi in una vita comune, senza troppe emozioni, con una moglie come tante e due bambini, ma non gli basta. E fallisce.
Attraente e magnetico, Paul cura il suo corpo, si allena, diventa esteticamente perfetto: muscoli scolpiti, sguardo ipnotizzante, fascino assassino, in tutti i sensi. Gli manca l’euforia.
Quel senso di inebriante euforia che soltanto esercitando il controllo fisico e psicologico su un altro essere umano lui riesce a provare.
Paul prova a varcare ogni limite, per trasgredire e godere egli stesso della sua trasgressione, per mettere alla prova il suo autocontrollo, per sentire il cuore uscirgli dal petto.
Ma non regge il colpo. Mai.
Ed è lì il suo limite, il limite tra psicosi e normalità: non accorgersi di quando fermarsi.
O peggio, accorgersene e andare avanti ugualmente.
È esattamente lì che l’euforia si trasforma in violenza estrema, in disordine mentale, in una malattia incurabile.
Ogni volta che ci prova, si spinge troppo in là, i suoi lussuriosi desideri sessuali, si trasformano in violenza allo stato puro, e le donne sotto di lui, tra le sue mani, diventano vittime innocenti alle quali infliggere le peggiori torture.
Ed è qui che si trasforma in un mostro, un individuo violento, ossessivo, psicotico. Ma sempre incredibilmente e maledettamente affascinante, nonostante tutto.

Perché guardare The Fall su Netflix

Attraverso dialoghi solidi e una sceneggiatura impeccabile, in tre stagioni la serie riesce a caratterizzare perfettamente i due personaggi principali: il serial killer Paul e la detective Stella Gibson.
La serie è ben scritta, ben diretta e interpretata eccezionalmente dai due attori protagonisti, ma troppo poco coraggiosa riguardo il rapporto tra loro due.
Anziché dimostrarsi audace quando potrebbe infatti, e provare a scendere nei meandri della psiche di Spector e del fascino bdsm che inevitabilmente questo personaggio porta con sé e che esercita su Stella un’attrazione pericolosa e devastante, la serie di Allan Cubitt, vira bruscamente la sceneggiatura.

The Fall interrompe un incantesimo quasi riuscito e sceglie la via più breve per farlo precipitare nel comunissimo e consueto errore di interpretare pratiche sessuali meno ordinarie (ma diffusissime), come un vizio a tutti i costi pericoloso, violento e border line.
Rimane però un ottimo thriller assolutamente da recuperare se ve lo foste perso al suo primo passaggio in streaming.

Il bello di The Fall è che per un attimo, riesce a trasformare un assassino spietato nell’amante che tutte vorrebbero.

Il brutto è che quando il gioco si fa duro (in tutti i sensi), dopo aver lanciato il sasso, tira indietro la mano, relega Paul Spector in quel sovraffollato limbo di killer tutti simili l’un l’altro, dove almeno, resterà sempre però il più affascinante.
Una magra consolazione, purtroppo.

 

 

 

 

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The Great: la serie tv con Elle Fanning è la vera sorpresa di quest’estate

Disponibile dal 18 giugno su StarzPlay e Rakuten TV, la miniserie
The Great firmata da Tony McNamara con Elle Fanning e Nicholas Hoult.

The Great conferma tre cose: Elle Fanning è un’attrice talentuosissima, Tony McNamara è uno sceneggiatore incredibile, StarzPlay offre davvero degli ottimi titoli nel suo catalogo.

La miniserie, disponibile dal 18 giugno sulla piattaforma, è una dramedy parecchio romanzata sulla storia di Caterina II di Russia, la sovrana simbolo del “dispotismo illuminato”. Totalmente diversa dalla Caterina la Grande con Helen Mirren (HBO e Sky Atlantic), il sottotitolo di The Great la dice lunga: “una storia occasionalmente vera”.
Abbiamo visto in anteprima i 12 episodi da oltre 50 minuti compongono questa prima stagione, che oscilla tra comedy e satira pop: è una serie tv sagace e  ironica, poco realistica nella trasposizione, ma totalmente originale nello spirito.
I due protagonisti insieme funzionano alla perfezione: Elle Fanning è magnetica e accattivante, Nicholas Hoult, amatissimo dal pubblico sin dai tempi di Skins e About a Boyin splendida forma.
Una coppia fresca, divertente e in perfetta sintonia.
La Fanning, dopo l’ottima interpretazione in Un giorno di pioggia a New York di Woody Allen, dimostra ancora con una volta, con questa performance, di essere un’attrice con la “a” maiuscola.
Molto simile esteticamente alla Maria Antonietta cinematografica di Sofia Coppola, il personaggio di Caterina è una sorta di Alice in Wonderland al contrario, finita in un mondo dove regna il patriarcato senza che nessuno batta ciglio.
La forza di The Great è proprio qui: l’ironia conduce a spunti di riflessione intelligenti e attuali sul femminismo e sul ruolo della donna, nel Settecento come ai giorni nostri.
Tutto ciò è sorretto da una sceneggiatura eccellente, firmata da McNamara che dopo La Favorita, mette a segno un altro colpo vincente.
Quella di McNamara è una scrittura ricca di sfumature ed estremamente raffinata, divertente e intelligente anche nei dialoghi, l’altra grande forza della serie. Il tutto condito da splendidi costumi e incantevoli scenografie, e da una regia ritmata e perfettamente funzionale alla storia.
Se proprio vogliamo trovare un difetto alla serie, l’unica critica può essere rivolta alla durata degli episodi, troppo lunghi in alcune occasioni, ma ugualmente godibili.
Tutto funziona in The Great, serie che spazia tra generi diversi, a suo modo: dalla comedy alla satira fino a toccare la politica.
Un gioiellino imperdibile che riscuoterà sicuramente grande consenso tra il pubblico.

 

Cos’è StarzPlay e quali serie tv guardare sulla piattaforma.

StarzPlay conferma di avere un catalogo, seppur ancora non troppo vasto, con ottimi titoli a disposizione.
Nei mesi scorsi vi abbiamo già parlato di altre serie tv da vedere sulla piattaforma: da Ramy a Four Weddings and One Funeral, da The Girlfriend Experience a Years and Years (una serie che tutti dovrebbero vedere, soprattutto in questo momento storico). Attesissima in estate Normal People, l’adattamento dell’acclamatissimo romanzo di Sally Rooney.

Ma dove è possibile vedere StarzPlay (visto che molti di voi spesso ci chiedono info su questo nuovo servizio di streaming).
Di recente la società ha annunciato l’accordo di distribuzione sulla piattaforma Rakuten Tv, in Italia e in altri paesi europei.
Gli utenti di Rakuten TV avranno la possibilità di vedere il servizio SVOD con una prova gratuita e successivamente con un’iscrizione di soli 4,99 euro al mese. I contenuti saranno disponibili all’interno dell’app Rakuten TV su smart tv, web e dispositivi mobili.

StarzPlay è accessibile anche come canale a pagamento all’interno di AppleTv+ ed è disponibile con una sua App dedicata su Android e iOS che ne permette la visione anche su browser (previo abbonamento via app).

 

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Come scegliere quale serie tv guardare? Ci pensa TV Tips!

Siamo stati ospiti di Laura Baldini a Parole nell’Etere, il podcast on air di approfondimenti e curiosità.
Per noi è stata una bellissima occasione per parlare di serie tv e di come è nata l’idea di TV Tips, di come funziona e di come usarla al meglio per trova la serie perfetta in questo marasma di contenuti.

Ecco una piccola anticipazione, che spiega come TV Tips sia l’incontro tra un algoritmo e lo studio narrativo dei contenuti.

Abbiamo cominciato ad analizzare le serie sia dal punto di vista narrativo sia dal punto di vista del marketing per creare un po’ di ordine nell’enorme quantità di serie tv disponibili e rispondere così all’esigenza principale di ogni appassionato di serie.
È nata così TV Tips, un’App prima di ogni cosa (con anche un sito) la cui a missione è esattamente questa: suggerire quali serie guardare in base ai propri gusti e attraverso diversi modi: con l’algoritmo di recommendation (che ha una componente umana di “studio” vero e proprio oltre al machine learning), con articoli e recensioni di serie sia onda che in arrivo e in anteprima, con le Playlist tematiche, e infine con Match, una sorta di Tinder delle serie tv, un gioco semplice e veloce per trovare serie da vedere seduta stante. Il  nostra database conta attualmente quasi 900 serie tv, dagli anni novanta a oggi, di qualsiasi genere e paese, per soddisfare i gusti di tutti e consentirgli di passare più tempo a guardare belle serie piuttosto che a cercarle“.

Di seguito i vari link per ascoltare il podcast di Laura (che ringraziamo nuovamente per l’ospitalità) sulle diverse piattaforme.

p.s.: Anche stavolta non abbiamo resistito e vi abbiamo consigliato 5 serie da non perdere assolutamente in questi giorni!

 

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